La startup che ho intervistato oggi ha due particolarità, che meritano di essere evidenziate subito: è una startup in rosa ed è una no profitIn rosa, perché è stata ideata e fondata da due donne preparate ed intraprendenti; cosa vuol dire essere no profit per una startup, invece, ce lo spiegano nel corso dell’intervista le due fondatrici: Daniela Abbatantuono e Cristina Agazzi. Questo importante progetto ha il nome online di Fraparentesi ed è nato il 4 Maggio 2016. Quest’anno dunque è stato festeggiato il primo compleanno: un traguardo importante, viste le sfide che Daniela e Cristina affrontano ogni giorno con coraggio, bravura e determinazione.

Fraparentesi: la startup che ti supporta nel mettere il tumore fra parentesi

Fraparentesi è una startup di donne per le donne: infatti le supporta nel percorso di vita con il tumore. Offre loro strumenti ed informazioni, affinché possano considerare questa esperienza dolorosa come una parentesi all’interno della loro quotidianità, e non come l’unico centro della loro esistenza. Fraparentesi le “supporta quando il mondo è sottosopra” a causa del cancro. Fraparentesi.org è un portale di lifestyle, nel senso più profondo del termine, perché vuole far riscoprire alle donne anche in quei momenti terribilmente difficili la qualità della vita. Ha il taglio editoriale, di un magazine informativo. A Fraparentesi non interessano i toni sensazionalistici: Daniela e Cristina vogliono invece informare, parlare anche con leggerezza di argomenti seri e condividere i consigli di esperti e professionisti su diverse tematiche che riguardano il percorso di vita con la malattia. Molta importanza inoltre viene data anche ai diritti del malato e del lavoratore. Fraparentesi non ha scopo di lucro e nasce da esperienze personali, vissute rispettivamente come paziente oncologica e caregiver. Sono onorata di aver potuto chiacchierare con loro di questo progetto, che merita il rispetto, l’attenzione ed il supporto di noi tutti.

Ho chiesto a Cristina Agazzi ed a Daniela Abbatantuono:

Quali sono le difficoltà interne ed esterne maggiori per una startup?

La prima difficoltà interna/esterna è sicuramente il reperimento del budget iniziale per dare il via ai lavori. Nel nostro caso abbiamo deciso di partire con un autofinanziamento, che ci ha permesso di essere più celeri. La grande sfida oggi resta la sostenibilità.
Un’altra difficoltà, interna, può derivare “dall’assortimento” del team di lavoro non solo da un punto di vista di competenza ma anche e soprattutto di sintonia. Nel nostro caso, Cristina ed io ci conosciamo da più di 15 anni, abbiamo lavorato a lungo insieme e nel tempo siamo diventate buone amiche. Questa conoscenza di lunga data ha sicuramente facilitato il lavoro.

Come startup avete una particolarità: il vostro è un progetto no profit. Cosa vuol dire nell’operatività e cosa comporta?

La nostra natura no profit comporta che Fraparentesi non crea profitti distribuibili a potenziali investitori come dividendi. E ciò rende difficile trovare degli investitori, anche tra coloro che operano nel sociale. Nell’operatività questo significa che, nonostante in questa fase di start-up “ci spetti” investire sul progetto, non c’è la reale prospettiva di un ritorno su questo investimento. Da questo punto di vista stiamo ragionando su nuovi progetti, profit, in grado di rendere sostenibile Fraparentesi…ma questa è un’altra start up!!
Inoltre, essere no profit significa che, se da un lato siamo “legittimate” a chiedere supporto a titolo gratuito a terzi, dall’altro lato siamo sotto la lente d’ingrandimento da parte di tutti per qualsiasi iniziativa che possa essere vista come “commerciale”.

Qual è il vostro rapporto con il web? Ed il vostro parere sul networking online e le collaborazioni a distanza?

Il web e tutti i canali social sono la nostra casa! La strategia di sviluppo di Fraparentesi si basa sul web, che per noi rappresenta l’opportunità di superare i limiti territoriali e riuscire a raggiungere il maggior numero di persone possibile in tutta la penisola. Questo si traduce in una grande attenzione nell’investire molto sull’indicizzazione del sito e sui social come Youtube e Facebook provando a sfruttare al massimo tutte le potenzialità di ciascun canale.
Ma vuol dire anche lavorare sul prezioso networking con siti esterni a più livelli. Perché da un lato ci permette di aumentare la conoscenza del progetto e di lavorare sulla credibilità. Dall’altro ci permette di fare da cassa di risonanza a tutte quelle attività e servizi territoriali rilevanti per la nostra community. Con questo intento è nata la sezione “Intorno a te” in cui mappiamo ciò che offre il territorio.
Allo stesso modo le collaborazioni a distanza sono un altro tassello importante per Fraparentesi. A cominciare dai professionisti che collaborano come volontari con Fraparentesi da diverse parti d’Italia, sino alle associazioni sparse sul territorio.
Insomma senza il web Fraparentesi non esisterebbe!

Alla luce delle vostre esperienze quali sono alcuni consigli che vi sentite di dare ai nuovi startuppers?

Sicuramente di coltivare due qualità: la perseveranza e la flessibilità. La perseveranza perché è facile trovarsi ed affrontare tante piccole e grandi sfide che non si mettono in conto all’inizio e talvolta può essere molto facile farsi scoraggiare. Mentre è importante continuare a perseguire il proprio obiettivo con costanza e convinzione.
La flessibilità perché ci si troverà con ogni probabilità a dover rivedere i propri piani iniziali e bisognerà essere pronti a cambiare strada e rivedere la propria strategia.
Infine è sicuramente importante provare a crearsi un network di persone che a vario titolo possano consigliare e supportare gli startuppers.

Ringrazio moltissimo entrambe per l’intervista. Fraparentesi offre certamente alle donne gli strumenti per capire cosa succede loro durante il percorso con il tumore  e per attivarsi in modo da risolvere le problematiche che si presentano.

Il sito è una fonte ricca di articoli utilissimi e che sono in grado di tradurre ottimamente contenuti più ostici in un linguaggio più facile da comprendere. Alcuni hanno l’intento di dare sollievo e trattano consigli pratici con un voluto tono leggero, come l’articolo: Turbante: un must per l’estate   Altri, sviluppati insieme ad esperti, individuano una specifica problematica e ne offrono un approfondimento: Vuoti di memoria dopo la chemio? Lo chiamano chemo brain

Mi riprometto di tornare a parlare presto con Daniela e Cristina, non solo di startup, ma anche della loro bellissima storia di un progetto al femminile, nato da una lunga amicizia, e della loro capacità di fare importante networking con altre donne.